Tipi di scrittura a mano

Un viaggio negli stili calligrafici

 

Scrivere a mano è liberare l’immaginazione, educare il pensiero all’estetica delle parole, fissare su un supporto concreto un momento, un ricordo, un sogno, un progetto. Un’arte fatta di carta e inchiostro, di penne che accarezzano fogli lasciando solchi di rara bellezza: la calligrafia è un lento lusso che ci concediamo in un mondo ipertecnologico in cui tutto va veloce.

La scrittura ha radici molto antiche e si è sviluppata nel tempo in due “calligrafie”: da una parte ideogrammi e pittogrammi, simboli rappresentativi di oggetti o concetti; dall’altra fonemi, simboli ai quali corrisponde un suono e che, composti insieme, restituiscono le parole, definizioni di oggetti o concetti, espressione di pensieri.

Guardando ai diversi stili di scrittura nati in Occidente, possiamo scoprire l’evoluzione della scrittura calligrafica, il primordiale contatto tra carta e inchiostro, sviluppatosi a partire dalle celebri penne in piuma d’oca e sublimato dall’invenzione delle sempre più pregiate penne stilografiche.

 
 
 

Primi tipi di calligrafia nella Storia

La nascita della “bella” scrittura

La prima forma di scrittura calligrafica è la “Capitale Romana”, usata inizialmente per epigrafi ed iscrizioni su pietre e marmi. Le lettere venivano dipinte con un pennello e poi incise con lo scalpello per ottenere i solchi da riempire con il colore. Con l’introduzione del rotolo di papiro, il pennello venne sostituito dal calamo, una penna a punta larga ricavata dalla canna essiccata. Il papiro, molto delicato e di difficile consultazione, lasciò il posto alla resistente pergamena, fatta di pelle di pecora, agnello o vitello appositamente trattata e tagliata in fogli rilegati insieme nel prototipo del libro, il codex.

Lo stile di scrittura adottato è quello della “Capitale Rustica”, caratterizzato da una maggior velocità di esecuzione e forme più strette. La diffusione del cristianesimo coincide con l’esigenza di differenziare il carattere della scrittura dei testi sacri da quello legato al governo dell’impero: nasce così la “Maiuscola Onciale”, una scrittura rotonda, piena e morbida. Da questa si sviluppò la scrittura “Semionciale”, uno degli stili di carattere minuscolo.

 

Stili e caratteri diversi a seconda del territorio

Alla scoperta dell’evoluzione calligrafica

Il crollo dell’Impero Romano lascia un vuoto culturale nel campo della scrittura riempito dagli scribi che, usando penne di uccello debitamente trattate, realizzavano su pergamena tratti più netti e fini di quelli ottenuti con il calamo. Si svilupparono così modi di scrittura particolari legate a determinate realtà territoriali, come la “Insulare” e la “Beneventana”.

Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero, dava molta importanza all’alfabetizzazione, imponendo la necessità di una scrittura unica che superasse i particolarismi locali: con questi presupposti presero vita due complessi sistemi di scrittura, la "Lettera Antiqua" e la "Minuscola Carolina”.

Tra l’XI e il XII secolo iniziò a formarsi un nuovo tipo di scrittura a sviluppo verticale, stretta, compatta e spigolosa, conosciuta con il nome di littera moderna o “Gotica”. In realtà sotto questo nome sono raggruppati vari tipi di scrittura, tra cui spiccano la Textura, l’insieme dei caratteri utilizzati da Gutemberg per la prima stampa, e la Rotunda, uno stile calligrafico che utilizzata linee curve, molto noto in Italia.

 
 
 

Font calligrafici antichi e moderni

Dall’Umanesimo alla Rivoluzione Industriale

Furono poi i letterati umanisti a definire nuovi caratteri di scrittura, dando vita all’”Antiqua Umanistica”, caratterizzata da chiarezza e sottigliezza dei tratti. Contemporaneamente a questo si diffonde un atro tipo di scrittura corsiva, derivata dai mercanti e dagli atti notarili, che prenderà il nome di scrittura "Italica" o "Cancelleresca", più moderna ed elegante. Se prima dell’avvento della stampa la scrittura manuale era necessaria ma non particolarmente curata, dopo la diffusione dei caratteri mobili i testi manoscritti diventano manifestazione di abilità, virtuosismo, raffinatezza. Era nata così la figura del maestro calligrafo, cultore della scrittura cancelleresca italiana.

In Inghilterra, nel frattempo, si optò per una scrittura elegante e sinuosa, comunque seria e leggibile, usata anche oggi nella grafia internazionale con il nome di “Copperplate”, il celebre “Corsivo Inglese”. L’avvento della rivoluzione industriale trasformò poi lo strumento da scrittura, con l’introduzione del pennino metallico: fu immediato boom di vendite.

William Morris, deciso a rivendicare il ruolo delle arti manuali in piena industrializzazione, fondò nel 1860 l’Arts and Crafts Movement e si interessò molto alla calligrafia ritenendola una componente fondamentale del gruppo delle "Belle Arti". In questo contesto storico si inserisce l’opera di Edward Johnston, un calligrafo dilettante che si lanciò nella ricerca delle antiche tecniche di scrittura. Considerato il padre della calligrafia moderna, Johnston dimostrò di poter creare scritture nuove a partire da reinterpretazioni di antichi modi di scrivere.

 

Calligrafia e caratteri particolari

Gli stili per lettere importanti, inviti e biglietti di auguri

Quando parliamo di scrittura e caratteri in corsivo parliamo oggi di una vera e propria arte, frutto di esercizio, tempo, pazienza e passione. La scrittura in corsivo elegante è utilizzata in modo decorativo per partecipazioni di matrimonio, biglietti di auguri, poesie, pergamene ricordo, ma anche per lettere e comunicazioni più professionali.

Lo strumento da scrittura migliore per cimentarsi nei diversi stili calligrafici resta la penna stilografica, discendente diretta di quella piuma d’oca che tanto ha fatto sognare gli amanuensi di un tempo lontano. C’è chi ha talmente tanta dimestichezza con i diversi tipi di scrittura in corsivo da farne un’abitudine quotidiana, un modo accurato di ricopiare appunti e sistemare testi importanti. Quali sono i principali stili calligrafici?

 

Calligrafia cancelleresca

Stile italico o corsivo italiano

Questo stile calligrafico fa la sua comparsa nel Quattrocento presso le principali cancellerie dell’epoca: i caratteri per scritte in italico vengono codificati in un manuale diventato uno dei testi fondamentali della calligrafia (La Operina da imparare di scrivere littera cancellarescha) dal vicentino Ludovico Degli Arrighi nel 1522.

Parliamo di una scrittura corsiva dallo stile multiforme, declinata anche in campo tipografico: fu Francesco Griffo a creare il primo carattere corsivo a stampa per Aldo Manuzio. La calligrafia cancelleresca viene considerata come l’origine di tutti i corsivi oggi in uso nei paesi occidentali, dal carattere fortemente decorativo e dall’impronta rinascimentale. La scrittura corsiva per eccellenza, preferita dai calligrafi di tutto il mondo che la fanno propria aggiungendo espressioni personali e declinandola secondo diversi gradi di formalità.

Stile calligrafico Spencerian

Il corsivo americano

Quando parliamo di standard americano nella scrittura ci riferiamo proprio a questo stile nato nel XIX secolo in America attraverso la declinazione del corsivo inglese alle esigenze commerciali americane. C’era bisogno di una grafia veloce e immediata: nacquero così l’American Business Handwriting e l’American Cursive Handwriting.

Fu sir Roger Spencer a sviluppare un nuovo carattere, libero e decorativo, evoluzione naturale di questi stili, traendo ispirazione dalla natura ed in particolare dalle spirali dell’edera, dalle spighe di grano e dal volo degli uccelli.

Il corsivo commerciale americano lascia il posto Spencerian script, ricco di ombre, fioriture e decorazioni zoomorfe alle quali dare vita grazie all’impiego del pennino flessibile, il più adatto per questo stile calligrafico.

Calligrafia Copperplate

La scrittura corsiva inglese

Il Corsivo inglese nacque come scrittura commerciale nell’Inghilterra del Settecento per poi diventare uno stile universale, insegnato nelle scuole primarie dei principali paesi europei. Il nome Copperplate fa riferimento alla tecnica di incisione a bulino su lastre di rame di questa scrittura molto decorativa e complessa, caratterizzata da lettere maiuscole particolarmente elaborate ed eleganti.

La diffusione di questo stile è dovuta principalmente al pennino metallico, che ha finito col sostituire definitivamente la penna di tacchino e la penna d’oca, utilizzate fino al XIX Secolo.

Preferito e utilizzato soprattutto nelle pubbliche amministrazioni: in particolare i Ministeri italiani utilizzano questa scrittura storica moderna nelle intestazioni delle comunicazioni ufficiali.

 
 
 

Una mano che corre verso l’ignoto, trasformando un foglio bianco in una tela di emozioni. La calligrafia sublima l’infinito abbraccio di carta e inchiostro, il piacere immortale di scrivere a mano che ben conosce chi possiede una penna Montegrappa. E allora Montegrappista, appassionato di stili calligrafici, prendi la tua penna, pregiato manufatto italiano, e rendile onore!